giovedì 14 gennaio 2010

Ringraziamo tutti i partecipanti alla prima.

Enrico Vanni e la produzione del documentario (Francesco Diaz, Elena Albanese e Michele Stumpo) sono molto contenti dell'esito della prima al Mexico di 'O sei uomo o sei donna... Chiaro?' e ringraziano tutto il pubblico che ha partecipato all'evento.
La serata è stata infatti molto piacevole, dopo la visione il dibattito ha avuto momenti molto intensi e altrettanto la cena conclusiva.
Ringraziamo in particolar modo la comunità trans, il cinema Mexico che ci ha permesso di realizzare la serata, i giornalisti cha han partecipato specialmente Giancarlo Grossini per tutto quello che ha fatto per noi e per quello che ha detto sul documentario.
La speranza è chiaramente quella di poter diffondere ancor più il documentario, intanto vi ricordiamo la proiezione di lunedì prossimo 18 gennaio sempre al cinema Mexico. Saranno presenti Augusto-Mia e sua madre Buci.
A presto.
McKDoc e Enrico Vanni

venerdì 8 gennaio 2010

Rimozione dello spot

In seguito alla vivace discussione nata online attorno allo spot promozionale del documentario di Enrico Vanni, preso atto del fatto che parte della comunità trans si è sentita in qualche modo offesa dallo stesso, abbiamo deciso, di comune accordo con Enrico, di ritirare lo spot dal web. Il tutto con il preciso intento di rasserenare gli animi e restituire l'attenzione su quello che è il vero protagonista di questa vicenda, il documentario di Enrico, su cui d'ora in poi, speriamo che possa continuare il confronto. Rinnoviamo dunque il nostro invito a lunedì per la proiezione.
La produzione
La rigida presa di posizione da ambo le parti nei confronti di questa disputa non ha alcun senso.
Sembriamo due fazioni in lotta quando, invece, promoviamo la stessa causa.

Il generale malessere che lo spot provoca alla comunità trans,
la totale coesione delle vostre posizioni,
il fatto che, evidentemente, lo spot genera in voi un ulteriore problema oltre a tutti quelli che già dovete affrontare,
il loro vostro essere comunque la parte debole in questo scontro in quanto alla manovrabilità dello spot e,
non ultimo, la sostanziale assenza di commenti da parte di persone non trans sintomatica di una generale mancanza di interesse da parte "biologica" nei confronti di questo spot/blog/dibattito
mi fanno propendere per chiedere alla produzione il ritiro dello spot senza condizioni e senza ulteriori e inutili dispersioni di energie.

Ci tengo a sottolineare che la mia decisione è anche conseguenza fondamentale e imprescindibile del rapporto di stima e di fiducia che mi lega a Mirella Izzo e a Davide Tolu nonostante da entrambe le parti siano emerse, in questa sede, posizioni rigide nei miei confronti.
Il mancato feedback da parte non trans ha un certo peso nella mia decisione in quanto rende questa polemica faziosa recando inutile nocumento al malessere della comunità trans senza attribuire certezza alcuna in quanto ad adesioni di pubblico non trans alla proiezione del documentario e senza permettere un confronto equilibrato sulla opportunità/efficacia dello spot.
Questa decisione non ripristina i precedenti accordi relativi a coloro che, precedentemente alla pubblicazione dello spot avevano dato la loro disponibiltà a partecipare ai dibatti che succederanno alle proiezioni al cinema Mexico e che in conseguenza dello spot l’avevano ritirata.

enrico vanni

giovedì 7 gennaio 2010

riflessioni

Non possiamo non riterci sorpresi di quello che sta succedendo.
Non tanto per le opinioni personali riguardanti lo spot, quanto perché dello stesso emerge solo la rappresentazione simbolica usata e non il significato complessivo.
Lo spot, infatti, ironizza sull'uomo e sulla sua chiusura mentale; la transessuale è un simbolo. La nostra rappresentazione puo' risultare esagerata, ma serve a colpire chi come il nostro personaggio é sempre fuggito dal mondo trans.

Detto questo, il nostro intento é promuovere il documentario, cosa che ci sta richiedendo tempo e fatica, visto che si tratta di un prodotto non commerciale e di difficile diffusione.
Crediamo nella campagna svolta e che una distribuzione del documentario possa giovare a tutti.
lo spot in particolare non é diretto ai trans, quindi vorremmo raccogliere opinioni disparate prima di ipotizzare una sospensione dello stesso.

Detto questo siamo pronti a metterci in discussione ancora ed é per questo che stiamo raccogliendo i vostri pareri.

Ringraziamo tutti voi per l'apertura al dialogo e speriamo che questa sede possa rimanere come punto di confronto.

elena e francesco

mercoledì 6 gennaio 2010

Cari Mirella e Davide, sono molto attento in questi giorni a quanto scrivete, voi in particolare, ma anche la comunità transessuale tutta. Sto riflettendo molto sul vostro punto di vista e credo che l'aver eliminato lo spot dalla mia pagina di fb abbia un suo significato.
Resto comunque in una posizione intermedia perchè non riesco a cogliere in maniera convincente l'offesa che vi attribuite. Ho riflettuto molto sugli esempi portati da voi, quello di Mirella sugli ebrei e altri, ed è indubbio che siano esempi pertinenti come del resto pertinenti sono tutte le questioni di emarginazione e di indelicatezza che qua e là in questi giorni avete sollevato, ma quello che non riesco a capire è il motivo per cui non "guardare" lo spot anche dalla parte di lui invece che solo da quella di lei. Noi ci rivolgiamo a "lui". L'ironia è nei suoi confronti ... che scappa via! E nel significato del suo scappare ci possiamo mettere dentro quello che vogliamo. Questo "lui" è l'uomo medio, poco attento alle minoranze, concentrato sulla sua vita, poco dedito al sociale e molto condizionato dagli stereotipi e dalle influenze religiose e politiche, incuriosito e allo stesso tempo spaventato e/o infastidito dalle persone trans. Per portarlo a riflettere lo dobbiamo convincere con il suo linguaggio, con la sua ironia di "livello popolare" ...altrimenti sarà più difficile che ci ascolti. Dato che lo stereotipo comune è quello della trans (per il nostro "lui" il "trans") con il genitale maschile "prestante" che suscita i più vari e morbosi pensieri non vedo per quale motivo, "per adescarlo", non adeguarsi al suo linguaggio.
Lo spot non è il momento per spiegare. A tal proposito, rispondo qui a chi, giustamente, ha sollevato la questione ftm: è già difficile in pochi secondi parlare di mtf e per evitare incomprensioni meglio una mancata par condicio e lasciare poi la parola al documentario che mi sembra molto esaustivo sull'aspetto ftm.
Io sono dispiaciuto del vostro sentirvi offesi, lo dico sinceramente, siete persone che stimo e apprezzo moltissimo ma non riesco a capire perchè tanta chiusura per un fine comune. C'è addirittura chi, in conseguenza dello spot, non verrà più a tenere il dibattito che molto faticosamente eravamo riusciti a concordare con il proprietario del cinema e che pensavamo essere un momento importante anche per voi. E c'è chi, potendo, non sa se deciderà di far vedere il documentario in altre regioni. Questo è assolutamente assurdo e lo disapprovo totalmente in quanto atteggiamento poco maturo e contraddittorio da parte di chi si dedica all'attivismo di settore.
Se da una parte sono rimasto molto favorevolmente sorpreso della coesione che vi ha caratterizzati nel condannare lo spot (lo dico evidentemente contro il mio interesse ma ho apprezzato la vostra capacità di essere uniti) dall'altra sono rimasto totalmente basito della scelta di alcuni di non partecipare ai dibattiti al cinema che ne è conseguita. Dove è la coesione? Solo per condannare lo spot?
Parlando di chiusura mi riferisco, anche e soprattutto, a chi, conoscendomi, erige infantili barriere di silenzio e/o incomunicabilità.
Per finire, quello che non capisco è perchè focalizzate la vostra vena "attivista" in qualcosa che è solo il mezzo per il fine "attivista" del documentario.
Resta comunque il mio dispiacere per avervi involontariamente offesi.


enrico vanni

martedì 5 gennaio 2010

Spot o non Spot

Ciao a tutti,
Abbiamo aperto questo blog per spiegare il punto di vista della casa di produzione MckDoc riguardo uno degli spot diffusi per promuovere il documentario. E vorremmo raccogliere le vostre opinioni.

Qualche settimana fa è stato pubblicato su youtube uno spot , che ha scatenato varie discussioni.

Il nostro intento era di far leva sul pregiudizio comune per le diversità; e non certo quello di offendere qualcuno.
Tantomeno la comunità trans con cui abbiamo avuto una piacevolissima collaborazione per due anni. In questo video abbiamo scelto di citare la "Linea" di Osvaldo Cavandoli, un tratto evidentemente ironico.

Dal punto di vista dei contenuti volevamo provocare lo spettatore comune.
Giocare con l'idea, purtroppo particolarmente diffusa, che trans voglia dire una donnona con il pene.
Concludendo lo spot con lo slogan NON SCAPPARE! e invitando il pubblico a venire a vedere il documentario che gli avrebbe fatto sicuramente cambiare idea.

Il documentario infatti, come tutti voi sapete, é stato realizzato per mostrare a chiunque la realtà di un mondo al di là dei propri pregiudizi.

Dal punto di vista promozionale abbiamo scelto quindi di ironizzare proprio questi pregiudizi, nello spot tanto criticato, e sucessivamente di ricordare con il video di buon natale che sono proprio questi pregiudizi che non ti fanno comprendere (nel senso di prendere dentro) le diversità.

Per cui i video, come succede in tutte le campagne pubblicitarie, andrebbero analizzati insieme.

Il primo fa leva su un falso immaginario comune, il secondo porta lo spettatore ignaro nella stessa direzione del documentario.

L'intento ovviamente era di portare pubblico nuovo a vedere il nostro e vostro documentario, e sensibilizzarlo in sala.

Non é facile far cambiare idea alle persone e che a volte é necessario provocarle per farle riflettere.

Il video é stato inviato a tutti coloro che hanno partecipato alla produzione proprio perchè abbiamo agito negli interessi di tutti.

Ci dispiace di aver urtato la sensibilità di qualcuno e ricordiamo che il messaggio che conta e che vogliamo trasmettere è quello del documentario.

(Casa di produzione Mckdoc)
Elena Albanese
Francesco Diaz.
Sono venuto a conoscenza del generale malcontento nell'ambito della comunità trans relativamente allo spot di pubblicità del nostro lavoro "O sei uomo o sei donna...chiaro?!".

Sono molto dispiaciuto se vi sentite feriti nelle vostre sensibilità .
Certo non era nelle mie intenzioni farlo né tanto meno in quelle della produzione.
Non lo era nelle mie intenzioni perché altrimenti non avrei speso circa due anni della mia vita per concepire, organizzare, girare, realizzare e diffondere la docufiction. Docufiction che è stata "trasversalmente approvata" dalle varie comunità transessuali italiane e dopo comunque essere stata "trasversalmente concepita" . Non ne sono, infatti, l'unico autore, ma con me ci sono Mirella Izzo, ci Davide Tolu, Daniele Bocchetti per non scordare le partecipazioni di Porpora Marcasciano e Monica Romano.
Non era altresì nelle intenzioni della produzione ferire l'animo di alcuno. Certo è che, ad un certo punto, le esigenze autorali ben si distanziano dalle esigenze di marketing. Ma sono le esigenze di marketing a permettere alle esigenze autorali di essere conosciute.
Ovvio che la produzione, nel nostro interesse (degli autori intendo), prima di guardare alla "causa" guardi alla "vendibilità del prodotto". Una volta venduto il prodotto sarà solo il momento della "causa" e in tutta sincerità non mi sembra che il documentario abbia mai ferito la dignità di alcuno.

Il mio scopo, che mi auguro sia innazitutto lo scopo dei miei coautori e successivamente anche lo scopo dell'intera comunità transessuale italiana, è quello di far comprendere il "vero" significato" del transessualismo. Se poi, per far questo, si necessita di un po' di ironia, di satira o di quello che deve essere cerchiamo di essere indulgenti. Mi domando come mai non sia mai arrivato alcun commento positivo per quanto riguarda il trailer autorale che è stato l'elemento base della diffusione di questo lavoro (più di 13.000 visite su youtube) e tutto questo accanimento, invece, nei confronti di uno "spot acchiappa persone" che tutto sommato sta solo portando persone al cinema.

Ho cercato di intercedere con la produzione ma non si parla di eliminare lo spot e non ritengo la scelta della produzione errata.
Sono riuscito ad ottenerne l'eliminazione dal sito dedicato al documentario www.doctrans.org.
Da parte mia, nel rispetto di tutti gli appartenenti alla comunità trans, lo elimino dalla mia pagina di facebook. Di più non posso fare e non ritengo dover fare perché lo scopo primario, a questo punto, è solo quello di rendere il documentario visibile ai più. E questo spot, fa sorridere, piace, diverte e invoglia, la persona "comune" "non transessuale" a vedere il documentario. Ovvio che non fa sorridere, non piace, e non diverte le persone transessuali ma tutto sommato il nostro lavoro non è diretto ad esse.
E' diretto a tutti coloro che hanno pregiudizi nei confronti delle persone transessuali e che hanno molto bisogno di concentrarsi per 55 minuti su questo aspetto per rivedere le loro posizioni.

Ribadisco: "O sei uomo o sei donna ...chiaro?!" non è indirizzato alle persone trans. E' indirizzato a coloro che non conoscono il fenomeno transessuale, a coloro che non lo concepiscono, a coloro che lo emarginano a coloro che diffidano delle persone transessuali, a coloro che associano "il transessuale" alla "prostituta"e non ultimo a coloro che si aspettano "dal trans un ruolo sessuale attivo molto performante" (perdonatemi questo ultimo inciso oxfordiano).... è destinato ai più insomma. E noi, dobbiamo convincere tutte queste persone che pensano in modo errato a venire al cinema.
Quello che, invece, è indirizzato alle persone trans è il risultato della visione del documentario.
Ritengo, quindi, che l'intera comunità transessuale italiana dovrebbe chiudere un occhio di fronte ad uno "spot indelicato" e dovrebbe lavorare in favore della maggiore visione del documentario.
Non è lo spot il momento in cui si deve spiegare. Lo spot è il penultimo anello di questo lungo lavoro in cui, per la prima volta, a fini persuasivi, si deve parlare "secondo le convenzioni comuni" per poter accedere all'ultimo anello: la proiezione al cinema.


enrico vanni