martedì 5 gennaio 2010

Spot o non Spot

Ciao a tutti,
Abbiamo aperto questo blog per spiegare il punto di vista della casa di produzione MckDoc riguardo uno degli spot diffusi per promuovere il documentario. E vorremmo raccogliere le vostre opinioni.

Qualche settimana fa è stato pubblicato su youtube uno spot , che ha scatenato varie discussioni.

Il nostro intento era di far leva sul pregiudizio comune per le diversità; e non certo quello di offendere qualcuno.
Tantomeno la comunità trans con cui abbiamo avuto una piacevolissima collaborazione per due anni. In questo video abbiamo scelto di citare la "Linea" di Osvaldo Cavandoli, un tratto evidentemente ironico.

Dal punto di vista dei contenuti volevamo provocare lo spettatore comune.
Giocare con l'idea, purtroppo particolarmente diffusa, che trans voglia dire una donnona con il pene.
Concludendo lo spot con lo slogan NON SCAPPARE! e invitando il pubblico a venire a vedere il documentario che gli avrebbe fatto sicuramente cambiare idea.

Il documentario infatti, come tutti voi sapete, é stato realizzato per mostrare a chiunque la realtà di un mondo al di là dei propri pregiudizi.

Dal punto di vista promozionale abbiamo scelto quindi di ironizzare proprio questi pregiudizi, nello spot tanto criticato, e sucessivamente di ricordare con il video di buon natale che sono proprio questi pregiudizi che non ti fanno comprendere (nel senso di prendere dentro) le diversità.

Per cui i video, come succede in tutte le campagne pubblicitarie, andrebbero analizzati insieme.

Il primo fa leva su un falso immaginario comune, il secondo porta lo spettatore ignaro nella stessa direzione del documentario.

L'intento ovviamente era di portare pubblico nuovo a vedere il nostro e vostro documentario, e sensibilizzarlo in sala.

Non é facile far cambiare idea alle persone e che a volte é necessario provocarle per farle riflettere.

Il video é stato inviato a tutti coloro che hanno partecipato alla produzione proprio perchè abbiamo agito negli interessi di tutti.

Ci dispiace di aver urtato la sensibilità di qualcuno e ricordiamo che il messaggio che conta e che vogliamo trasmettere è quello del documentario.

(Casa di produzione Mckdoc)
Elena Albanese
Francesco Diaz.

10 commenti:

  1. Mi dispiace, Elena e Francesco ma c'è una bella differenza tra ironia basata sugli stereotipi e adesione agli stessi.
    Come ho già detto a Vanni, sarebbe stato sufficiente che - comparsa la trans (magari con un minimo pube rigonfio ma non è indispensabile per la comprensibilità) - sulla testa dell'uomo comparisse un "fumetto" dentro il quale LUI IMMAGINAVA la ragazza trans con il pene eretto... magari che lo rincorreva per... beh avete capito) e che quindi in seguito al suo fantasma stereotipato scappasse... e subito dopo, la trans che si girava di fronte.. con la faccia tristissima e (non indispensabile) le mani a coprire il pube (il pube non il pene), perché questo spot fosse ironico.
    Come è stato realizzato invece è offensivo.
    Forse vi siete stupiti della forza delle reazioni. Bene. Vi invito a fare un ottimo documentario sulla shoah, sui lager ecc. e presentare lo stesso con uno spot che prende in giro gli ebrei per la loro cocciutagine nel voler ricordare tale evento. Forse le reazioni che ricevereste vi schiarirebbero le idee. Innanzitutto in questi casi prima di buttarsi nell'ironia, forse sarebbe stato opportuno valutare l'opportunità a chi, transgender, ha partecipato al documentario (o è stato co autore, come me) se non fosse il caso di partire dall'auto-ironia invitandoci a fare uno spot (o proponendocene alcuni) spiritoso ma non offensivo. Questo non è accaduto. Fatto il documentario (con molti testi prodotti dalle persone trans intervenute), McKenzie si è un po' dimenticata del contributo offerto con passione al regista e senza "se e ma".
    Peraltro la reazione della comunità trans è stata davvero blanda... Nessun post su FB o sui nostri siti o sui nostri blog è ancora comparso a "condannare lo spot".(fine parte 1)

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  2. Inoltre abbiamo sempre distinto spot e documentario. Insomma tutto si può dire fuorché vi sia stata una reazione scomposta. Incazzata si, però. Scherzare sul pene eretto (non immaginato ma reale) è per una persona transgender (non parliamo poi per chi tra di noi è anche operata ai genitali) il peggior stereotipo, la causa delle peggiori prese in giro, discriminazioni, violenze verbali e non subite. Come potete non capirlo? Come avete potuto adeguarvi all'immaginario di chi di noi se ne strafotte (vedi i media nel caso Marrazzo), senza pensare di cadere nell'equivalenza di comportamento?
    Quale autoironia ci chiedete per accettare il vostro spot? Essere trans non è essere ciechi o amputati. Questi sono stati deficitari che godono di tanta solidarietà sociale (in genere, poi gli stupidi ci sono). Essere transgender non è un deficit ma è considerata spesso una condizione di vizio... di uomini assetati di sesso (penetrativo attivo, ovviamente!) ecc. ecc.
    Andate a prendere in giro i poveri per la loro povertà o gli extracomunitari chiusi nelle semigalere... non so quale assicurazione vi coprirebbe...
    Noi civilmente protestiamo e chiediamo il ritiro immediato dello spot anche da parte di McKenzie.
    Certo un effetto l'avete ottenuto con questo spot: avete messo d'accordo un movimento molto litigioso in genere. Ma è un risultato che vi dovrebbe far pensare e a lungo.
    Si può far spirito senza offendere, giocare sugli stereotipi ma metterli nella testa di chi li ha e non presentarli come dato oggettivo. La frase finale è decontestualizzata, fuori dall'ottimamente realizzata, citazione della mitica "linea" di Cavandoli. Insomma non si capisce. Non sono esperta in comunicazione ma in questo caso non mi sento vanitosa nel darvi una lezione su come si comunica.
    L'esempio che ho portato all'inizio, di modifica allo spot, è stato sufficiente a far capire al regista PERCHE' abbiamo ragione ad essere scontente/i, anzi di più.
    Spero che serva ad aprire gli occhi anche a voi. Guardatevi allo specchio, per favore e rifletteteci. Magari mentre lo fate, immaginatevi di vedere riflesso un corpo che non vi appartiene... come una magia maliziosa improvvisa. Poi diteci quanta voglia avreste di sentire battute ironiche sul vostro corpo.
    Grazie per l'attenzione.
    Mirella Izzo - collaboratrice ai testi del documentario - ex presidente AzioneTrans - Presidente Crisalide PanGender.

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  3. Personalmente non condivido lo spot in quanto lo stereotipo, sbagliato, sulla trans messo qua in mostra, non mi sembra venga chiarito nel documentario. Cioè nel documentario non viene spiegato bene che non è vero che le trans (quelle non operate) hanno l'erezione e che sono attive da quel punto di vista. Non mi sembra che si parli del ruolo sessuale delle trans.. quindi le persone ignoranti, che credono a quello stereotipo, continueranno a farlo. A maggior ragione se lo vedono in uno spot di un documentario serio.
    Non mi sono spiegata benissimo, sorry.. spero solo si sia capito il concetto.

    Chiara

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  4. Spettabile McKDoc

    Innanzitutto desidero ringraziarvi, e con voi il regista Enrico Vanni, per aver messo a disposizione le vostre forze e aver reso possibile sentire le voci autentiche delle persone trans/gender, solitamente distorte dai media. Mi scuso, e credo di poter parlare a nome di tutti quelli che hanno partecipato al progetto, per non avervi inoltrato questo ringraziamento prima ed essermi ridotto a farlo solo ora, in sede di critica.

    Dello spot in oggetto non si contesta la qualità e nemmeno gli intenti. Abbiamo riconosciuto e apprezzato la citazione di Cavandoli; siamo consci della necessità di un linguaggio commerciale; comprendiamo il valore e l'efficacia dell'ironia in campo pubblicitario.

    In questo caso però, riteniamo che il modo in cui i vostri pubblicitari hanno utilizzato lo stereotipo comune disgraziatamente rafforzi lo stesso, con rischio di fomentare un odio troppo presente nel nostro paese e nel mondo e acuito negli ultimi anni.
    Ricordo che le persone trans/gender sono tra le prime vittime d'odio: tralasciando i pestaggi, solo in Italia nel 2009 ci sono stati 20 omicidi. Ovvio e legittimo quindi che non siamo granché propensi a ironizzare su uno stereotipo che ci costa la vita e nei casi migliori ci rende continuamente oggetto di morbosità.

    Coinvolgere le persone trans per l'elaborazione di contenuti che le riguardano, come è avvenuto per lo sviluppo del documentario, è stata una scelta intelligente e - crediamo - vincente.
    Ci auguriamo e suggeriamo che il nostro coinvolgimento riprenda in futuro ogni volta che si vuole dare di noi un'immagine pubblica. Saremo felici di metterci a disposizione.

    Davide Tolu
    collaboratore ai testi del documentario e attivista ftm

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  5. Quello spot è inqualificabile.

    Dal momento che sono tante le persone transessuali/transgender che ve lo segnalano, sarebbe atto di intelligenza, semplicemente, ritirarlo.

    Grazie per l'ascolto

    Stefano A. Maselli
    attivista FtM

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  6. .... si ma se ci lasciate "sfogare" tra di noi, sto blog è una presa in giro... 'ndo state McKenzie? Anche se siete in vacanza potrete accedere a internet (visto che è stato aperto questo blog apposta)...
    Mirella Izzo

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  7. Io sono un ragazzo FtM. E posso dirmi PROFONDAMENTE disgustato da questo spot. Tutte le vostre belle idee e buone intenzioni... con questo spot sono state espresse davvero male. Rafforza solo uno stereotipo di persona Trans, e ritirarlo è la cosa migliore.

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  8. Dal documentario girato, avreste dovuto capire che le transessuali non si presentano al mondo con un'erezione.

    Non meravigliamoci se la gente pensa che siamo prostitute, ipersessuate, o siamo 'così' solo perchè il 'sesso ci piace tanto e vogliamo farlo in modo trasgressivo'.

    In più metterci anche la frase 'non scappare'...

    oltre a pensare che siamo delle zozze (e lo pensano, oh se lo pensano) nello spot emerge che abbiamo anche una gran faccia tosta!

    Vittoria Newmar

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  9. Sono un ragazzo trans. Il vostro spot è a oltremodo osceno e lesivo della dignità di tutt* noi. In quei pochi minuti avete dimostrato tutta la vostra italianità; dal buonismo pastorale con cui si da voce alla "minoranza", alla sguaiatezza con cui avete impostato l'apertura del vostro documentario. Spero che la vostra onestà intellettuale vi porti a modificare questo trailer, in virtù della serietà che merita la nostra condizione di persone T*

    Benjamin B.S.

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  10. Come Davide Tolu, Vi ringrazio per lo sforzo profuso e dello spot ne comprendo l'ironia e gli intenti, insieme alle modalità pubblicitarie; tuttavia temo anche io che il messaggio dello spot risulti fuorviante e rafforzi uno stereotipo.

    Anche se si vuole "giocare con l'idea", di fatto qui la si propone e la si visualizza tale e quale.
    La visualizzazione del concetto, ha un impatto molto più forte delle parole finali. Questo specialmente se viene visualizzato come una realtà fattuale, anziché come idea.
    Mostrando qualcosa che genera la reazione istintiva di scappare, ad esempio una tigre affamata in procinto di balzarti addosso per divorarti, ma poi si conclude dicendo di "non scappare!" e basta, quale sarà la sensazione immediata? Un invito a farsi sbranare?
    Di solito si dà più retta a quello che si vede che a quello che si dice.

    L'impressione è quindi che in realtà lo spot stesso faccia scappare sia una parte del pubblico, che le trans che si vedono visivamente rappresentate secondo un dannoso stereotipo.

    Nadia

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