martedì 5 gennaio 2010

Sono venuto a conoscenza del generale malcontento nell'ambito della comunità trans relativamente allo spot di pubblicità del nostro lavoro "O sei uomo o sei donna...chiaro?!".

Sono molto dispiaciuto se vi sentite feriti nelle vostre sensibilità .
Certo non era nelle mie intenzioni farlo né tanto meno in quelle della produzione.
Non lo era nelle mie intenzioni perché altrimenti non avrei speso circa due anni della mia vita per concepire, organizzare, girare, realizzare e diffondere la docufiction. Docufiction che è stata "trasversalmente approvata" dalle varie comunità transessuali italiane e dopo comunque essere stata "trasversalmente concepita" . Non ne sono, infatti, l'unico autore, ma con me ci sono Mirella Izzo, ci Davide Tolu, Daniele Bocchetti per non scordare le partecipazioni di Porpora Marcasciano e Monica Romano.
Non era altresì nelle intenzioni della produzione ferire l'animo di alcuno. Certo è che, ad un certo punto, le esigenze autorali ben si distanziano dalle esigenze di marketing. Ma sono le esigenze di marketing a permettere alle esigenze autorali di essere conosciute.
Ovvio che la produzione, nel nostro interesse (degli autori intendo), prima di guardare alla "causa" guardi alla "vendibilità del prodotto". Una volta venduto il prodotto sarà solo il momento della "causa" e in tutta sincerità non mi sembra che il documentario abbia mai ferito la dignità di alcuno.

Il mio scopo, che mi auguro sia innazitutto lo scopo dei miei coautori e successivamente anche lo scopo dell'intera comunità transessuale italiana, è quello di far comprendere il "vero" significato" del transessualismo. Se poi, per far questo, si necessita di un po' di ironia, di satira o di quello che deve essere cerchiamo di essere indulgenti. Mi domando come mai non sia mai arrivato alcun commento positivo per quanto riguarda il trailer autorale che è stato l'elemento base della diffusione di questo lavoro (più di 13.000 visite su youtube) e tutto questo accanimento, invece, nei confronti di uno "spot acchiappa persone" che tutto sommato sta solo portando persone al cinema.

Ho cercato di intercedere con la produzione ma non si parla di eliminare lo spot e non ritengo la scelta della produzione errata.
Sono riuscito ad ottenerne l'eliminazione dal sito dedicato al documentario www.doctrans.org.
Da parte mia, nel rispetto di tutti gli appartenenti alla comunità trans, lo elimino dalla mia pagina di facebook. Di più non posso fare e non ritengo dover fare perché lo scopo primario, a questo punto, è solo quello di rendere il documentario visibile ai più. E questo spot, fa sorridere, piace, diverte e invoglia, la persona "comune" "non transessuale" a vedere il documentario. Ovvio che non fa sorridere, non piace, e non diverte le persone transessuali ma tutto sommato il nostro lavoro non è diretto ad esse.
E' diretto a tutti coloro che hanno pregiudizi nei confronti delle persone transessuali e che hanno molto bisogno di concentrarsi per 55 minuti su questo aspetto per rivedere le loro posizioni.

Ribadisco: "O sei uomo o sei donna ...chiaro?!" non è indirizzato alle persone trans. E' indirizzato a coloro che non conoscono il fenomeno transessuale, a coloro che non lo concepiscono, a coloro che lo emarginano a coloro che diffidano delle persone transessuali, a coloro che associano "il transessuale" alla "prostituta"e non ultimo a coloro che si aspettano "dal trans un ruolo sessuale attivo molto performante" (perdonatemi questo ultimo inciso oxfordiano).... è destinato ai più insomma. E noi, dobbiamo convincere tutte queste persone che pensano in modo errato a venire al cinema.
Quello che, invece, è indirizzato alle persone trans è il risultato della visione del documentario.
Ritengo, quindi, che l'intera comunità transessuale italiana dovrebbe chiudere un occhio di fronte ad uno "spot indelicato" e dovrebbe lavorare in favore della maggiore visione del documentario.
Non è lo spot il momento in cui si deve spiegare. Lo spot è il penultimo anello di questo lungo lavoro in cui, per la prima volta, a fini persuasivi, si deve parlare "secondo le convenzioni comuni" per poter accedere all'ultimo anello: la proiezione al cinema.


enrico vanni

13 commenti:

  1. Ma, forse chi ho sentito appartiene ad una nicchia di persone che, pur non essendo transessuali, hanno trovato lo spot piuttosto volgare!
    Indubbiamente posso capire che l'intenzione è quella di rivolgersi ad un pubblico non chiaramente transessuale, ma quel pubblico che dovrebbe essere o si vorrebbe adeguatamente "informare".
    Sulla strategia di marketing posso essere anche in pieno accordo, ma è proprio necessario offendere e giocare pericolosamente con gli tereotipi?
    Rimane il senso di disagio per questo tipo di rappresentazione che, ritengo, sia più il prodotto di una idea propria di chi ha pensato lo spot, infatti non ha assolutamente tenuto conto che trans non è solo mtf, ma è anche ftm ... e loro? Insomma ...!
    Giocare con il sesso? Certo, rafforzare lo stereotipo che trans = sesso di fronte a chiunque ... mi pare non proprio congruo. Se fosse stato il fischiettante soggetto a pensare la trans con l'erezione, e poi fosse scappato di fronte ad una trans di cui si poteva vedere che aveva il pene, forse ... non era meglio?
    E poi ... la parte ftm? Quella ovviamente non viene considerata perché poco "pruriginosa"?
    No, non regge il discorso del target, anche perché le persone non trans che lo hanno visto né sono rimaste non proprio divertite, anzi direi al quanto "scadalizzate". Certo, sto parlando di persone sopra i 40 anni!
    Grazie
    Darianna Saccomani

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  2. "... l'intera comunità transessuale italiana dovrebbe chiudere un occhio di fronte a uno spot indelicato..."

    caro Enrico... e perché mai chiudere un occhio quando il nostro scopo è esattamente il contrario, cioè quello di aprirli tutt'e due e farli aprire agli altri?

    Lo spot non ci piace, non lo utilizzeremo e restiamo fermamente convinti che la produzione dovrebbe rimuoverlo o modificarlo.

    il sostegno al documentario non verrà meno, ma quello che ci proponete per la promozione non è uno strumento acettabile. meglio il trailer.

    per i motivi e le altre comunicazioni rimando al mio commento al messaggio della McKDoc. Intanto sottoscrivo le parole di Mirella e Darianna.

    Grazie

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  3. Anche io non posso che unirmi al coro che dice che lo spot è volgare. Dite che è stato fatto pensando a chi dovrà vederlo, ma vedere uno spot simile da chi nel documentario ha messo la faccia non credo sia il massimo, io mi offenderei tantissimo. Secondo voi alla fine cosa rimarrà più impresso a quelle prsone che hanno tanto il pregiudizio? Più lo spot o il documentario? Di cosa parleranno in giro? Molte volte un bel film si riduce tutto a una sola battuta che rimane impressa e raccontata in giro e si ricorderanno di quel film solo per quella battuta o scena.
    Io sono per la modifica dello spot, e visto la delicatezza dell' argomento far vedere almeno alle persone che vi hanno partecipato lo spot che verrà messo in giro e chiedere cosa ne pensano, sicuramente era una cosa da fare anche prima.

    Elena

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  4. Quando ho sentito che lo spot del documentario era divenuto oggetto di discussione sono rimasta abbastanza stupita.L'avevo visto qualche giorno fa e ho cercato di fare mente locale per cercare di ricordare e immaginare che cosa in particolare potesse essere stato giudicato "offensivo".Ricordo l'animazione in stile linea di Cavandoli mi era sembrata fresca ,semplice e concisa. Ho dovuto rivederlo per capire subito il problema!
    Io aspetto con interesse di vedere questo documentario del quale ho visto prima il trailer, poi il filmato natalizio..
    E questi video non lasciano dubbi credo riguardo al punto di vista adottato dai suoi realizzatori.
    Ma lo spot visto a freddo da chi non sa nulla del documentario nè ha visto il trailer fa un'impressione certamente diversa!
    Non riesco a vederlo mettendomi completamente nei panni di un trans.L'utilizzo del luogo comune non mi ha disturbato personalmente.Ma forse è proprio perchè io sono già convinta che non sarà il solito documentario.
    Perchè il trailer ad esempio mi ha mostrato che finalmente si parla di trans FTM e lo spot di natale mi ha confermato che se ne parlerà con sensibilità.
    Fiorenza

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  5. Qui si continua a parlare di una certa suscettibilità trans, non è così! C'è un documentario a cui hanno partecipato persone che hanno un preciso vissuto, soffrono una precisa discriminazione. Quello spot è offensivo! Si poteva fare in mille modi diversi! La sensazione è che si è voluto giocare pericolosamente con il pregiudizio, rafforzandolo! Questo è sbagliato.
    Se fosse stato un documentario sul razzismo contro i "neri", avreste fatto uno spot dove il nero passa per sporco e stupido? Ecco il senso! Spero di essermi spiegata

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  6. No, Darianna.. Non lo capiscono. Abbiamo fatto ormai 3 o 4 esempi... Neri, Nazisti, mine antiuomo.. Non capiscono. Anzi NON VOGLIONO CAPIRE. In cuor loro sanno tutto ma non pososno ammetterlo. Secondo me la genialata dello spot è venuta in mente a chi ci mette i soldi e quindi tutti dietro come soldatini a difenderlo. Almeno questa è l'ipotesi più comprensibile e accettabile. Le altre presupporrebbero un QI imbarazzante.

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  7. ....dopo aver letto i vari commenti,posso dire che dallo sdegno iniziale sono passata ad una diversa consapevolezza delle intenzioni di chi ha ideato lo spot in questione.Da persona transgender che vive quotidianamente lo stigma sociale mi preme sottolineare che gli ideatori hanno avuto davvero poco intuito a ritenere che l'immagine della transessuale "dotata" non fosse lesiva della dignità di tutte le "male-to-female".Sicuramente non c'è transfobia da parte loro,ma urge uno sforzo maggiore per evitare che belle iniziative come queste possano urtare la sensibilità.

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  8. Una "vignetta" sporcacciona per promuovere un documentario sulla dicotomia di genere? Mah!

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  9. mi unisco al malcontento generale riguardo lo spot...sicuramente le intenzioni erano buone, ma il risultato è comunque squallido e offensivo.

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  10. no comment! veramente offensivo!

    Max ftm

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  11. In tutta onesta' sia gli autori che i realizzatori non hanno tenuto in minima considerazione una cosa, che tra le altre cose era molto semplice da fare, chiedere il parere di chi vive la condizione transessuale.Poco importa quale era il messaggio nelle intenzioni della produzione, il fatto e' che cio' che passa e' solamente un'immagine DISTORTA, offensiva e degradante.Davveo io non so cosa "pilota" le menti dei cosiddetti creativi o cosa vola dentro le sinapsi, a tratti demilelinizzate, di chi ordisce tali messaggi pubblicitari da carosello anni '70, ma vorrei ricordare che qua non si vendono pentolami di un noto marchio, qua si parla della dignita' delle persone e delle loro vite, e stiamo studiando azioni ben specifiche al fine di far rimuovere quello spot.E' terrificante di come la produzione reiteri nella sua posizione rimanendo incurante di cosa gli venga detto da autorevoli persone.
    Francesca Eugenia Busdraghi, Presidente Nazionale Azionetrans e giornalista di Mondoraro Magazine.

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  12. Questo spot, al di là di ogni altra legittima e condivisibile argomentazione, non fa gli interessi del prodotto che vuole pubblicizzare. Non porterà al cinema i trans/omofobici e non ci porterà nemmeno gli ignoranti, i possibilisti e gli ipocritamente tolleranti, vale a dire i destinatari dichiarati del documento. In definitiva, nessuno che appartenga ad una di queste categorie ha voglia di sorbirsi il vissuto e le chiacchiere di chi, semplicemente, non dovrebbe esistere e il promo, di certo, fallisce l’intento di abbindolarli.

    Al cinema o davanti alla TV, ci sarà il solito pubblico di nicchia, quello stesso pubblico che la produzione dileggia attraverso lo spot e non considera il suo target di riferimento.

    Complimenti per l’inutile o, peggio, controproducente operazione di marketing, un bambino avrebbe avuto idee migliori. Ma, poiché non ho dubbi che lo scopo di chi ha realizzato il documentario non sia lo stesso di chi vi si è prestato, non me ne stupisco nemmeno un po’.

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  13. L'ho visto ieri sera, credevano di essere ironici. Chi non si trova in mezzo alla questione, penso che creda veramente di aver fatto una gran ironia e chi ha pensato lo spot non ci si trova in mezzo, è lampante.
    Immagino quale tentativo di ironia presentavano in caso di uno spot sui tetraplegici.

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